Caldera del Monte Somma e Gran Cono del Vesuvio:
un rapporto filiale, orografico, tutto da scoprire.
Quando:
Primavera del 2008
Partenza da Napoli ore 7.30.
Luogo dell’appuntamento:
prima uscita San Giuseppe Vesuviano, statale 268 da Napoli.
Come arrivare:
partendo da Pozzuoli, tangenziale direzione Napoli, dopo Capodimonte, uscita ( Corso Malta, Stazione Centrale, statale 268 Cercola Ottaviano). Appena fuori dal casello, 150 m., mantenete la destra, imboccate direzione Pomigliano d’Arco, Autostrade. Percorrete la super strada senza uscire, nei pressi di “Mira” imboccate a destra la strada per Cercola/Ottaviano, percorrete l’ampia curva, poi, seconda uscita: Ottaviano, San Giuseppe. Curva stretta in discesa. Siamo sulla statale 268. Sempre diritti, no uscita Autostrada. Dopo circa 20 minuti di percorrenza uscire alla prima indicazione per San Giuseppe Vesuviano. Appena sulla strada scorgerete la mia Modus grigio metallizzata.
Insieme si parte alla volta del “Padre Vesuvio”.
Cosa serve:
Colazioni al sacco, acqua, frutta. Asciugamano per il sudore (!). Scarpette ginniche e scarpe alte. Tuta o jeans. “Zafu” e coperta per meditare. Premunirsi per eventuali cambiamenti di temperatura.
Itinerario:
Meno di 3 ore .
Dopo aver parcheggiato le autovetture, quota 300 sul livello del mare, ci incamminiamo lungo la strada asfaltata che si inerpica lungo i costoni della montagna, tra pini e abeti. Nella parte finale, priva di vegetazione, la ripidità sfiora il 70%. E' la parte più difficile e difficoltosa. Poi una volta arrivati in cima alla caldera del Monte Somma ci attende, finalmente, la ricompensa ai nostri sforzi: possiamo ammirare, umili, il Gran Cono del Vesuvio nella sua immane potenza. La dimotrazione di forza lascia senza parole, sbigottiti e sorpresi. Abbandonato lo stupore ci avventuriamo, con estrema cautela, nella sottostante Valle dell’Inferno. Nella discesa è preferibile calzare scarpe alte. Nella vallata, radunati in un posto pianeggiante e sistemato il proprio zafu, Tonino declamerà "la Ginestra" di Leopardi, la vita e la bellezza che nascono dalla morte, e ......quant'altro di sua ispirazione. Poi due sessioni di “zazen”, di 2o minuti ciascuna riannodate dal "Kinhin", saranno dedicate al Vulcano; metafora delle pulsioni primitive presenti in noi.
Infine condivisione dell’esperienza: spazio alle parole e alle sensazioni vissute.
Curiosità:
La valle dell’Inferno, in località Ottaviano, separa il Monte Somma dal vulcano più giovane, il Vesuvio. E' invasa da diverse colate laviche; dalla più antica risalente al 1700 a quella più recente del 1911. Oggi è colonizzata solo dal lichene “Stereocaulon vesuvianum”. La solitudine, dunque, è assicurata. L’interesse per il luogo nasce dalla prospettiva particolarmente suggestiva dell’osservazione, dalla percezione orografica del rapporto padre / figlio presente in natura.
Pasquale Del Giudice
P.S.
Nella foto in alto si può ammirare un frequentatore assiduo di questi luoghi: l’upupa. Uccello caro al Foscolo dei “Sepolcri”.